CypherAggiorniamo con un po’ di prime visioni. Riappare dopo alcuni anni di latitanza, Vincenzo Natali, regista canadese, autore di quel piccolo caso di fantascienza che fu The Cube. Il suo nuovo film, Cypher, è datato 2002, ma inspiegabilmente esce da noi solo oggi e in un numero di copie talmente esigue da renderlo abbastanza difficile da vedere. In un futuro molto prossimo, un uomo viene usato come spia da alcune aziende tecnologiche che non esitano a cambiargli identità, fargli il lavaggio del cervello o a drogarlo per i loro più bassi scopi. Contemporaneamente, mentre il suo distacco dalla realtà si fa via via più evidente, verrà contattato da dei “ribelli” che lo aiuteranno a districarsi tra gli innumerevoli tranelli e doppi giochi. Non potendo giocare ancora una volta con un meccanismo fin troppo calibrato e chiuso, fine a se stesso come quello de Il Cubo (che funzionava, ma inevitabilmente lasciava il dubbio che forse sarebbe stato meglio con venti minuti di meno), Natali tenta di realizzare un film che recupera una Sci-Fi che potremmo definire in qualche modo “classica”, sicuramente poco attuale: in un’ottica Dickiana, perdita d’identità, finzione e realtà, inganni, doppi e tripli giochi si rincorrono per tutto il film, tentando di rilanciare continuamente la tensione. Sfortunatamente dopo poco la struttura narrativa si fa fin troppo complicata e macchinosa, il regista conferma di essere decisamente prolisso e, al ventesimo colpo di scena, si comincia a sbuffare e ad arrovellarsi il cerebro con dei ragionamenti astrusi. Peccato perché Natali ha un buon occhio sui personaggi di contorno e soprattutto sui luoghi che, pur richiamando alla memoria i set del film precedente, non mancano di inquietare. Rimane la soddisfazione di vedere un discreto film di genere, realizzato con evidente povertà di mezzi. Cypher è infatti un piccolo film che trova spazio in un genere cinematografico oggi come oggi dominato dalle mega produzioni miliardarie, che fanno dell’effetto speciale e della sua evidenza una credenziale fintamente necessaria. Forse il suo pregio maggiore è tutto qui: la Fantascienza si può ancora fare con “pochi” soldi, ma con un surplus di idee. Certo, le idee di Natali non sono nuove e, come abbiamo detto, spesso non funzionano, ma almeno c’è un tentativo. Per gli appassionati del genere da recuperare in home video. Lucy Liu, nella parte della misteriosa donna del capo dei ribelli, con parrucca rossa e tutine di lattice, è sempre bellissima, ma sembra un po’ annoiarsi.

 

 

 

AutoreverseParigi. Una cameraman annoiata e sola, viene casualmente in contatto con una banda di rapinatori e sceglie di darsi al crimine. Insieme i cinque, tra amicizie, amori e incomprensioni, architetteranno il “colpo grosso” per mettersi a posto per tutta la vita. Dopo la parentesi giovanilistica de L’Appartamento Spagnolo, Klapish realizza Autoreverse, film sicuramente non risolto, ma che a ben vedere evidenzia più di un pregio. L’intento è, anche in questo caso, quello di realizzare un sano film di genere. Klapish poi fa confusione, mescola un po’ troppo le carte in tavola, ma l’intento è sicuramente lodevole. Tolto l’inizio, stiloso e fastidioso come uno spot di una macchina, e il finale, brutto come pochi, rimane una buona ora di cinema di genere che spazzia tranquillamente dai toni della commedia a quelli della tragedia più cupa e dolorosa, passando per iln film di rapina. Decisamente più convincente nel finale, Autoreverse spiazza per come devasta senza pietà quello che poteva essere sulla carta l’ennesimo elogio furbacchione della microcriminalità simpatica e romantica, tutto stile video clip e frasi mitghe, miticissime. Tutto il film è percorso da un sottile filo d’amarezza che rende difficile provare quella simpatia tesa a farci rivalutare umanamente i gangsters figaccioni di Guy Ritchie o affini, e i pochi momenti di gioco, di sospensione della narrazione, sono quasi sempre tristi o grotteschi. Non sempre tutto torna e, lo ribadiamo, qualcosa di brutto c’è, ma  qua e la si ritrova qualcosa che, con enormi e debite differenze, richiama alla memoria il noir americano Quaranta. Ottimo il cast.

 

 

 

In My CountryTorna alla regia anche John Boorman con In My Country, film sull’apartheid tratto dal libro di Antjie Krog, Country Of My Skull. Durante le sedute delle “Commisioni per la verità e la riconciliazione” del 1995 in Sudafrica, si incontrano, si scontrano, si apprezzano, si amano, ma poi si lasciano, due giornalisti (Jackson e la Binoche), interessati a raccontare la verità sugli orrori perpetrati da parte della polizia ai nativi. Molti buoni spunti come il confronto tra due diversi tipi di appartenenza a una terra (Jackson afroamericano, Binoche bianca ma nata in Africa), il senso di colpa, il ritrovamento della dignità, affondano in un film indeciso tra il film dossier e la classica cartolina di denuncia. La sensazione è che la signora Mariella, all’uscita dalla sala, carica di commozione per le lacrime versate copiosamente dalla Binoche, si affretti ad acquistare compulsivamente dei monili africani per poi sentirsi a posto con la coscienza. La voce over della Binoche che recita insostenibili poesiole su quanto sia bella, selvaggia e fiera l’Africa, la sfortunata scelta di spostare l’attenzione dai dolorosissimi processi alla storia d’amore tra un afromaricano e una bianca (con battute degne di una parodia di Indovina Chi Viene A Cena), le faccette della Binoche che piange o che sbuffa borbottando frasi saggissime in Afrikaner, la presenza macchiettistica del nero simpatico e spensierato (un Martin Lawrence Africano quindi, nella mente degli sceneggiatori, dotato di una dose standard di saggezza) e un finale da denuncia, rischiano di rovinare un film dall’intento mobilissimo e sfortunatamente, insopportabilmente, attuale. Come per Monster, si rimpiange l’idea di non aver potuto vedere un documentario, ma un film che non ha il coraggio di andare fino in fondo e che troppo spesso si affida al pietismo e alla ricerca della lacrima facile. Peccato.

 

FEDEmc

8 Comments

  1. Posted 12 Maggio 2004 at 17:08 | Permalink | Rispondi

    Amici,
    qui Michele Dalai. Perdonate l’intrusione ma stasera (mercoledì 12), dalle 19 alle 21, Ilaria Bernardini sarà online per scrivere e ricevere cose buone e cattive dal mondo, sulla chat di http://www.linus.net. Sarebbe felice, saremmo felici di avervi nostri ospiti. a presto,

    Michele

  2. Posted 12 Maggio 2004 at 17:49 | Permalink | Rispondi

    tolgo d’impaccio Michele con un altro avviso fuori tema: il 20 maggio alla libreria Infomodo di bologna, presentazione di “Ergo – rotocalco di geni fighi” (Donna Bavosa comics) e chiacchere a casaccio con gli autori. arbitra monsieur Mattioli. grazie per l’attenzione. TP

  3. anonimo
    Posted 12 Maggio 2004 at 18:28 | Permalink | Rispondi

    Manaccia, Michè, esattamente nelle ore in cui sono in assenza di pc. Sarebbe stato interessante. Spero negli altri. Ciao e grazie nper l’informazione.
    FEDEmc

  4. anonimo
    Posted 12 Maggio 2004 at 18:38 | Permalink | Rispondi

    Mi sa che nemmeno io avrò il PC (spero di essere fuori dal lavoro per quell’ora), eppure mi sarebbe piaciuto il confronto. Inoltre, io ero l’autore del “famigerato post” e mi sentirei in dovere di intervenire. Ringrazio dell’invito entrambi, e spero che ci sia un altro di noi che possa intervenire. manu

  5. anonimo
    Posted 12 Maggio 2004 at 20:13 | Permalink | Rispondi

    Per Michele Dalai: Ho tentato, ma tra lo schermo che ogni tre secondi diventava bianco e la mia naturale inclinazione a parlare di mc guyver, non sono riuscito a dire niente alla sig.na Bernardini. Mi dispiace. Quando passo da Milano (tipo tra due settimane) ci si vede, Michè? Dai, du birrette, magari con anche Ilaria. Mi farebbe piacere. Grazie ancora comunque per l’invito sulla chat, ma era troppo complicato. (ti ho sentito in radio domenica e per la sorpresa di riconoscerti ancora un pò facevo il ciocco)

    Per il dott. Pettinato: vuoi venire in radio a presentarlo? da me o da Piero Santi…

    FEDEmc

  6. anonimo
    Posted 13 Maggio 2004 at 01:35 | Permalink | Rispondi

    mi piacerebbe, fede, ma la sera prima sono a sanbenedetto a presentare la stessa cosa, e in teoria deve starci tutto il giorno dopo, viaggio, allestimento e presumibili postumi impossibili. però ti farò sapere tramite sms, perché sono un giovane. grazie amichetto di merende.

  7. anonimo
    Posted 14 Maggio 2004 at 10:42 | Permalink | Rispondi

    Se interessa e va, il confronto di opinioni lo si può fare via mail (secondavisione@hotmail.com), per la chat non ero davanti al computer e maneggio il mezzo piuttosto male.
    Spero in altre occasioni, o come ha detto Fede, di persona.
    manu

  8. Posted 14 Maggio 2004 at 15:24 | Permalink | Rispondi

    Ho creato ank’io il mio blog dedicato interamente al cinema se ti fa piacere vienimi a trovare ciao ciao!!!!
    http://okki-sbarrati.blog.excite.it/
    Ciao da Pizzillo

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