Ok, è un mese o forse più che parlo solo di questo… Mi dispiace arrivare così in ritardo, ma i tempi sono quelli che sono. Bay con il suo The Island è quello che ha fatto fallire la Dreamworks. Ora la casa che fu di Spielberg, Geffen e Katnzenberg è di proprietà della Paramount. E cosa succede? Per il film probabilmente più costoso della storia del cinema viene chiamato proprio lo stesso regista che ha decretato il fallimento di un impero economico non indifferente. I casi sono due: o mi sfugge qualcosa o sono dei matti masochisti. Il progetto Transformers è coccolato da anni dal bambinone Spielberg e solo oggi, grazie allo sviluppo degli effetti speciali necessari per il film, decide di portarlo su grande schermo. Vediamo un po’ cosa c’è e cosa non va: l’impressione generale all’uscita della sala è quella di essere tornati indietro di 23 anni circa. Transformers è un film ancora più anni ’80 di Presa Mortale. La sceneggiatura evidentemente era pronta dagli anni in cui molti di noi giocavano con Commander e soci. Non manca proprio niente: ragazzino intelligente con genitori buoni ma iperprotettivi ha difficoltà a socializzare con suoi coetanei. Il destino lo porta ad essere a conoscenza di un segreto da cui dipende il destino dell’umanità. Gli accade qualcosa (conosce dei robottoni giganti) che non può rivelare al resto del mondo. La gnocca della scuola – precedentemente fidanzata con il bel capitano della squadra di football – condivide con lui quest’avventura. Battaglia finale. Il mondo è salvo. Ok. Qui si esaurisce il tutto. Sfogliando il capitolo sulla Sci-Fi anni ’80 de Il Cinema Degli Alieni di Roy Menarini (dove si parlava anche di "giocattolabilità" dei mostri) vengono citati almeno 5 o 6 film dalla struttura non dico simili… ma identica. Citando a caso da quel bacino possiamo trovare poi paragoni o similitudini con i Gremlins, Giochi Stellari, Navigator… Transformers è un film pensato in quei termini. Penso ci sia poco da discutere. Vanno in quella direzione in primo luogo la delineazione degli antagonisti umani (vedi il macchiettismo di John Turturro) ma anche la colonna sonora (tutta la parte della "seduzione" di Megan Fox), i comprimari (c’è Bernie Mac…). Altro elemento che urla anni ’80 comunque la si giri e l’amicizia tra il protagonista umano e Bumbelbee, la macchina che "lo sceglie": iniziale timore, diffidenza reciproca, rispetto, amicizia, momento in cui la macchina rischia la morte e fa gli occhi umani dolci dolci… Sicuramente non fosse stato immaginato per un pubblico dai 6 ai 12 anni sarebbe potuto essere una bomba, ma alla regia c’è Michael Bay perciò ogni rischio deve essere eliminato: dove c’è un bambino di 6 anni, vuole una dura legge economica, c’è anche suo padre… e i biglietti diventano due. Il primo trailer, su tinte grigie, cupissimo, devastante, c’aveva fatto sperare per il meglio. In realtà Transformers è esattamente il film che ci si aspetta che sia: come abbiamo detto, un film anni ’80 per bambini con nel finale il più grosso Vulgar Display Of Power di effetti speciali fino ad ora visto su grande schermo. Paradossalmente però, mi sento di trovare pregi nella prima parte e difetti nella seconda. Stupisce come il film sia insistentemente giocato su canoni da commedia, prendendosi anche non poche libertà: Shia LaBoeuf ("sei tutto sporco e sudato!" "è normale, mamma: sono un adolescente!") è azzeccato nella parte dell’outsider che si trova a dover fare i conti con "il magnifico nascosto nella normalità" e i suoi duetti con i genitori, con i coetanei ignoranti e buzzurri, con la bella della scuola funzionano. Con la bella della scuola ogni tanto viene in mente Alvaro Vitali, ma questo è un altro discorso… Funziona anche, e qui forse c’è il meglio del film, l’utilizzo dei robottoni come elementi comici. La lunga sequenza in cui i Transfomers si nascondono agli occhi dei genitori (mentre dentro le mura casalinghe si parla di masturbazione) è tra le cose più belle del film e tra le più strane viste in sala da un bel po’ di tempo a questa parte. Buon ritmo, buon utilizzo degli spazi e – sembra poco? – buona idea. Certo, bisogna dimenticarsi che uno dei robottoni appena si presenta dice una cosa come "bella sturia fratello!" e si cimenta in un passo di break dance… ma se ci si sforza di ignorare le concessioni al pubblico più piccolo presente in sala, qualcosa di buono c’è. Insostenibile (e c’è poco da fare) la presenza della gnoccona esperta di computer, del suo assistente di colore tutto matto e simpaticissimo, le gags (davvero poco riuscite) con il transfomer stereo (citazione dal vecchio ghetto blaster?) e tutto quello che interessa i militari (impressionante l’inutilità di Josh Duhamel, il signor Rompetti di Turistas). Veniamo alla parte finale, allo scontro tra robottoni: mai visto niente del genere. Le trasformazioni lasciano a bocca aperta e l’interazione tra digitale e live è perfetta (incredibile pensare che nello stesso anno sia uscito Fantastici Quattro e Silver Surfer che a confronto sembra Max Headroom). La parte in autostrada con le macchine che si trasformano in movimento è da alzarsi in piedi per l’eccitazione, da applausi a scena aperta… però Michael Bay sembra sempre inconsapevole di quello che fa, sembra non avere mai il controllo su quello che c’è sullo schermo. Nella parte finale i robottoni lottano in ambienti per loro ristretti (tra i palazzi della città) e il tutto non è mai completamente a fuoco o si muove a una velocità tale da risultare confuso. Peccato, perché l’idea di realizzare 40 minuti di film in cui la presenza umana è accessoria e ci si concentra solo su robot giganti che scagliano autobus in faccia ad altri robottoni giganti è "divertente". E con questo divertente si fa riferimento a quell’ingenuità della messa in scena che ultimamente si è vista solo nella sequenza con i tirannosuari nel King Kong di Peter Jackson e che a me fa venire in mente l’appena citato su questo blog A 30 Milioni di Km Dalla Terra. In un mondo migliore si potrebbe chiedere di più ad un film dele genere. Se alla regia c’è Mr. Pearl Harbour e questo è il risultato, se non è lecito stappare bottiglie di champagne poco ci manca.
FEDEmc
Megan Fox, tu che leggi questo blog, sappi che sei bellissima e se fossi in classe con te ti chiederi di venire con me al cinema a vedere I Transformers…
7 Comments
ti meriti una spilletta.
No no di più: un poster
su repubblica c’è una gallery di questa megan che dice di avere provate tutte le droghe. Tutte tutte? Tutte tutte tutte.
ora io comincio a drogare la mia ragazza e a vedere se funziona. Perlappunto, uno le prova tutte.
Va bene tutto, ma Megan Fox fa spavento da quanto sembra usurata. L’unica spiegazione è che Michael Bay se la fosse tenuta in casa come corrimani un par d’annetti.
– vb –
bhè che dire… anchio ero gasatissimo di vedere i transformers…e alla fine sono uscito dal cinema soddisfatto!
Si in effetti la trama era trita e ritrita ma sinceramente non mi sarei aspettato niente di diverso anche se un pò ci speravo…
Le parti con gli autobot che fanno i simpa sono esilaranti e sopratutto spiazzanti.
Ma le trasformazioni…i dettagli degli autobot… le scene in cui se le danno di santa ragione…
oh mio dio! mi viene voglia di rivederlo!
son daccordo con fedemc sull’eccessiva confusione/velocità di alcune parti del film e forse è una delle pecche maggiori perchè non permette di apprezzare al massimo gli effetti speciali più incredibili mai visti al cinema (e mi viene da chiedermi se fosse voluto per coprire qualche imperfezione…)
ps gli applausi a fine film che ci son stati al medusa mi son parsi decisamente eccessivi!
ma la bella Megan Fox ha anche detto quali sono le droghe migliori? cosi, perche’ per provarle proprio tutte ci vorrebbe una disponibilita’ di tempo e soldi che non e’ facile trovare.
saluto
l.l.
cannabis, direi. Si batte per la legalizzazione. Comunque è un corrimano su cui si scivolerebbe volentieri.
…un corrimano su cui scivolare mentre si corre ad aprire la porta a ragazze più serie e interessanti, naturalmente.
E ci tengo a dire che non ho visto il film, sto solo abbassando il livello.