La domanda da porsi inizialmente è: può non piacere Drew Barrymore? Ammetto che non trovo simpatico che faccia parte di una dinastia talmente lunga e potente che, anche avesse voluto fare la veterinaria, noi ce la saremmo ritrovati lo stesso su grande schermo… ma per il resto, c’è poco da fare. Drew Barrymore è simpatica e brava. Non è brava come una Kate Winslet, ma riesce comunque in imprese impossibili: tipo farti vedere fino in fondo dei film con Hugh Grant. Il suo sbandierato passato da fattona non l’ha ammantata di quel maledettismo rompipalle del genere: “Sì, ma tu non sai che io una volta mi sono fumata quattro spinelli in un giorno solo: mi sento veramente artistissima ma mossa da un malessere e da un’urgenza che manco te stò addì…“. Non è una bellezza di quelle da sangue dal naso, ma è comunque una con cui tutti noi vorremmo uscire e a cui volentierissimo faremmo un mixtape con una canzone dei primi Pavement. Avete visto il documentario My Date With Drew? Ok… molto probabilmente non è COSÌ simpatica, e sapeva che il tutto sarebbe finito in un film, ma sicuramente non è una stronza. Come produttrice ha messo la sua firma su dei film piacevoli e carini, e adesso ha fatto l’ultimo passo che le mancava da fare per diventare una vera personalità cinematografica: l’esordio da regista.
Ci stavo pensando prima: ma quale sarebbe il corrispettivo italiano di Drew Barrymore? Alla fine l’unica risposta è Asia Argento. Famiglia d’arte: check. Attrice fin da bambina: check. Drogucce e robe varie: check. Film da regista: check. Peccato che Asia ci abbia fatto omaggio di Scarlet Diva (di cui, scusate l’inciso, ma vorrei riportarvi le parole del mio saggio coinquilino Antropophagus all’epoca della visione: “‘mazza oh, ma s’è scordata er contenuto“) e un film tratto da un libro di uno che poi non era… lasciamo perdere che è meglio. Drew invece ha diretto Whip It. Che non è un capolavoro, sia chiaro, ma è ben oltre la sufficienza. Tratto da Derby Girl, un romanzo a quanto pare semi autobiografico di Shauna Cross, Whip It è un grande omaggio ai teen movie sportivi anni Ottanta. Bliss (Ellen Page) è una ragazzina mediamente ribelle di una piccola cittadina texana mediamente morta. Sua madre – Marcia Gay Harden – la vuole reginetta dei concorsi di bellezza del circondario. Lei indossa ironicamente magliette di gruppi metal cristiani anni Ottanta e cerca un modo per emanciparsi. L’epifania arriva su dei pattini a rotelle attraverso il Roller derby: uno sport tutto al femminile (in questo caso) dove delle ragazze in vestiti succinti si menano su di una pista simile a quella di Rollerball. True Story.
Già qui ci potremmo fermare, fare un applauso alla frase “ragazze in vestiti succinti si menano (su dei pattini a rotelle)“, e voltare pagina. Ma non lasciamoci prendere da eccessivo entusiasmo e procediamo. Nel momento in cui Bliss scopre che il suo destino è quello di correre fortissimo sui pattini e tirare delle gomitate ad altre ragazze, Whip It segue il più classico dei classici degli schemi del film sportivo: tragici inizi -> delineazione di un avversario -> duri allenamenti -> serie di successi -> inaspettata battuta d’arresto -> inevitabile scontro diretto. Oh, il film sportivo è fatto così e Drew Barrymore non vuole certo far vedere che si può fare altrimenti, infrangere le regole o rifondare il genere. Così come non vuole dire nulla di nuovo nell’ambito della commedia teen. Tutto è prevedibile e scontato, ma non per questo deludente: it’s the genre, baby. Quello che importa è come le cose vengono dette. E Drew Barrymore ha una leggerezza e una fantasia invidiabili e soprattutto sa quello che fa. Interessante poi come il film non sia ambientato in un’epoca precisa: sembrano gli anni Ottanta, ma potrebbero essere benissimo i Novanta, come anche l’altro ieri. Anche questa incertezza temporale serve al film ad essere esplicitamente un omaggio di quel cinema di cui alla fine Drew Barrymore è ammirevole prodotto.
Ci si può lamentare del fatto che le sequenze sportive, quelle del roller derby, non siano particolarmente chiare e dinamiche, ma si può anche chiudere un occhio. Perché c’è un cast clamoroso: oltre alle già citate Page e Gay Harden, ci sono la stessa Drew, quella tamarra di Eve, una perfida Juliette Lewis, Kristin Wiig, Zoe Bell, Ari Graynor… Tra i maschietti spuntano Jimmy Fallon, irresistibile commentatore dei match e Daniel Stern nella parte del papà. Oltre a questo è utile ricordare i nomi di battaglia delle ragazze sono da standing ovation (su tutte Jaba The Slut) e che Whip It ha una colonna sonora spaventosa (57 brani…) che riesce a mettere insieme Dolly Parton, Jens Lekamn e i Ramones. E questo pezzo di cui vi regalo il video perché è il massimo della vita. Camaun!
Insomma: divertente, emozionante e nostalgico. Now dig this, Asia!
One Comment
elogio la banalità…ma se c’è anche questa (come dovrebbe!) http://www.youtube.com/watch?v=Xbt30UnzRWw mi metto a ballare in sala, frustando i presenti.Grazie Fede. Non vedo l’ora!