La seconda serie era finita con una sarabanda di avvenimenti (matrimonio, festa alla Bollywood, allargamento della famiglia, esame di maturità, Dario Argento, scoperta di malattie terribili) tale da rendere veramente difficile la scrittura del seguito
E infatti la terza inizia nel segno delle cose che mancano. Niente recaps, per cui il riassunto delle puntate precedenti chi se lo ricorda bene, gli altri si fidino. Niente siparietti psicanalitico-stranianti con Carla Signoris e Giuseppe Battiston. Niente Adriano e Bea (Alessio Boni e Chiara Francini), cioè i protagonisti della linea narrativa più fumettistica della serie. Niente Riccardo Milani alla regia, sostituito degnamente da Laura Muscardin. La Rai rinuncia in fase di promozione alle iniziative più interessanti e partecipative che aveva sperimentato per le prime due edizione, come il blog con le anticipazioni del dottor Freiss, in favore di cose onestamente più convenzionali.
Ci sono poi anche novità. Per esempio entra nel cast Martina Stella in un ruolo alla Reese Witherspoone, mah. E il grandissimo Ricky Memphis, oggetto dell’infatuazione fantasmagorica (per ora) senza speranza di Monica (Carlotta Natoli). Ognuna delle 26 puntate in programma metterà in scena l’arco di una sola giornata nella complicata vita della famiglia Giorgi-Del Fiore.
Risultato? Si ride, ma a costo di un certo spaesamento iniziale, perché è come se gli sceneggiatori Cotroneo, Rametta e Bises dovessero ammucchiare in pochi minuti – senza esplicitarli – tutti gli elementi che servono per ristabilire l’universo finzionale della serie. Si ritrovano i momenti di musical che hanno reso famosa la serie, ma in qualche caso sembrano un po’ messi lì perché ci devono essere, vedi la prima esibizione su We Are Family di Sister Sledge. L’impressione è che aumenterà nel corso delle puntate il peso delle vicende dei “giovani” (Marco Brenno e Nicole Murgia), più lei che lui forse, dato che il personaggio di Cristina, rispetto a quello di Emanuele, è più complesso e declinabile, meno inchiodato alla macchietta del secchione igienista. Alcune battute, come ha scritto Aldo Grasso, sono fulminanti. E le scene a tre con Solfrizzi, Ariella Reggio e Pia Velsi sono dei piccoli gioiellini di slowburn.
Poi, è chiaro: i fan della prima ora diranno sempre che l’EP era meglio e che la prima serie era più sorprendente e innovativa. Vero. Resta però il fatto che su Rai Uno, oltre a Tutti pazzi, non ci sono molte altre occasioni per vedere (cfr. foto sopra) bambine di 7 anni vestite da poliziotto californiano che rimproverano i genitori, rei di essersi fatti beccare da tutta la famiglia mentre copulavano ricoperti di fiocchetti rossi in un appartamento preso in affitto di nascosto.
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Ogni martedì dalle 22.30 alle 23.30 su Città del Capo Radio Metropolitana
96.3 e 94.7 MHz - Bologna, e in streaming. -
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10 Comments
sono sempre stata contraria alla terza stagione e mi sa che avevo ragione…si sente troppo la mancanza del dottor freiss e della signorina, pochi e forzati i numeri musicali e anche scontati alcuni risvolti della trama(saranno tutti contenti che cristina sia incinta, ma in fondo cade del solito stereotipo alla cesaroni-perchè in tv tutte le protagoniste giovani devono aspettare un bambino a 18 anni?nessuno si pone il problema…)senza dimenticare la questione della sieropositività che hanno scavalcato abbastanza rapidamente, troppo!vedremo come andrà ma per ora sono molto scettica…eliminate Martina Stella PLEASE!
Perché Cristina rimane incinta? Secondo me, a voler essere positivi, un po’ perché lo spirito della serie è quello dell’allargamento, della proliferazione continua. Un po’ però, e qui la cosa mi sembra più triste, perché la serialità televisiva italiana – anche quella “progressista” e innovativa – pare non prevedere altri sviluppi narrativi per i fgiovani personaggi femminili oltre alla maternità, come se fosse un destino.
Su Martina Stella non abbia possibilità di intervenire… Però mi pare che si impegni parecchio.
hai centrato il punto: è un po’ triste che non si prevedano mai altre possibilità di lavoro,carriera,studi?non lo so,ma per l’appunto trovo il tutto un po’ triste e conservatore…ma d’altra parte è anche vero che l’allargamento della famiglia ha sempre il suo appeal televisivo…forse sono solo io ad aver trovato triste che Cristina lasci l’università-l’hanno detto nell’anticipazione-.
La Natoli infatuata di Memphis: rido al solo pensiero. Ma che genere di Memphis è? Il modello “crocchetta di patate”(croccante e gelido fuori/tenero e caldo dentro) o quello “gelato fritto” (opportunista/marpione)? Comunque, gli sceneggiatori di “Un medico in famiglia” un minimo di fiducia alla ex-piccola Maria avevano provato a darla: prima di mettere su famiglia col fedifrago Sermonti (facendo la fine delle colleghe) la signorina ha studiato medicina, ha sofferto del male del secolo, è stata missionaria nel Terzo Mondo. Una volta laureata ha preso il posto del padre in poliambulatorio e vissero tutti felici e contenti.
Sull’assenza del dr.Freiss non so proprio che dire…shock.
questo è vero…però mi sembra di ricordare che lì c’era stata un’inversione di tendenza ed era stato il fratello Ciccio a sposarsi a 18 anni e a voler mettere su famiglia, con la neomoglie(giovanissima anche lei) incinta di ben 2 gemelli…anche se in forma diversa, il giro si ripete anche lì…
Oh, ma siete ipercompetenti su “Un medico in famiglia”! Mi ritiro dalla discussione per manifesta inferiorità
@ Barbara: direi né “crocchetta”, né “gelato”. Rimanendo nell’ambito del cibo sano più “frittella di baccalà”: grinzoso fuori, candido immacolato all’interno, ma con eventuali spine.
chiarissimo come al solito, dr. Noto! Grazie
Ieri sera mi ero scordata che ci fosse e stavo per andare al cinema… robe da matti!! Con la prima o la seconda serie non mi sarebbe mai successo…
Delusa anche io, per ora. Ma, del resto, io sono della fazione che ancora non ha digerito la Liskova.
ieri, finalmente, ho visto i primi due episodi. Li ho trovati piuttosto noiosi e a tratti imbarazzanti.
Il cast femminile – Liskova e Cri escluse – non si regge. La Inaudi, BarbieGrafica e la versione all’amatriciana di Meg Ryan sono da padellata in testa.
La parentesi Natoli-Memphis e i siparietti ziette-Solfrizzi, invece, spaccano.
E le canzoni? Sono scelte malissimo, tirate per i capelli proprio -a volte nelle prime due serie certe scelte rasentavano la genialità, come se l’episodio fosse stato scelto per dar spazio a quella canzone… qui la pretestuosità e la noia imperano, in molti casi il brano dice addirittura l’opposto di quel che dice il racconto, oppure solo il titolo sembra legarsi al racconto, e malamente. E il fatto che siano i protagonisti a cantare (l’hanno passata per genialata, ma l’hanno fatto per risparmiare sui diritti di esecuzione SIAE, ovviamente) non fa che peggiorare le cose: le massicce dosi di correzione computerizzata rendono il tutto ancor più triste e fasullo, sarebbero state meglio le stonature naturali. Si è completamente persa l’ironia, e il divertimento, e il senso di “potevo inventarmi io qualcosa di meglio” trionfa nello spettatore. A casa giochiamo spesso a “quale canzone avrebbero potuto scegliere”, e trionfiamo quasi sempre a man bassa sugli autori. E ovviamente sto parlando solo di canzoni, ma tutto quanto detto vale anche per la sceneggiatura, banalissima, piatta, sciatta. Un capolavoro rovinato. Bastava fermarsi alla prima serie, al massimo alla seconda, e rischiare inventandosi una serie nuova, e nuovi personaggi, sarebbe stato infinitamente meglio.