Il Nostro Viaggio nel Cinepanettone: S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa, Carlo Vanzina, 1994

Fino a che punto l’ho visto?
Tutto! La gag dell’ambientazione nell’antica Roma ha aiutato un po’. Anche l’assenza di Ezio Greggio ha aiutato. E popi io ho questo problema grave che non riesco a sospendere la visione dei film. Cioè, ho sempre paura che poi magari arrivino i ninja e che il tutto si trasformi in una figata per cui, anche se magari mi annoio a morte, non riesco a lasciare a metà un film. Coi libri, signora mia, appena uno mi annoia per tre pagine di seguito, non solo mollo il libro ma lo brucio pure in piazza. Coi film, invece mi vedo tutto. Qui, certo, avrei fatto meglio a non vederlo…

Riusciamo a dargli una qualche valenza?
Sadly yes. Per chi non capisce le lingue: sfortunatamente sì. S.P.Q.R. rappresenta uno sforzo produttivo, soprattutto per il nostro cinema, assolutamente eccezionale. Aurelio De Laurentis chiama i Vanzina (siamo dalle parti del Dream Team quindi, senza la presenza del temibilissimo Oldoini) per realizzare un omaggio al peplum. Ovviamente più che di un omaggio parliamo di un’offesa alla memoria, ma i costumi, lo sfarzo, la ricostruzione degli ambienti parlano piuttosto chiaro. In più, visto che ormai i risultati al botteghino sono stratosferici, ci sono i soldoni. In più, visto che  si è convinti di essere dei comici eccezionali, ci si regala la presenza di un vero comico con cui far duettare De Sica. Parliamo di… ve lo dico più giù. Ah, il film all’epoca incassò così tanto che il format si trasferì addirittura sul piccolo schermo per una serie televisiva con Antonello Fassari e Nino Frassica. Te lo ricordi, signò?

Un’idea della trama senza usare verbi
De Sica Senatore romano corrotto. Boldi giudice milanese integerrimo. Uno contro l’altro fino all’inevitabile unione per altissimi fini. Nadia Rinaldi grassa e petulante. Anna Falchi con le tette grosse.

La gag che fa ridere
De Sica ormai è una macchietta delle sua macchietta. Passa tutto il tempo a spezzare una recitazione fintamente misurata con esplosioni di cafonaggine. In una sequenza porta una strappona egizia in camporella sulla biga. Qui, ovviamente, tenta di farsela in ogni modo. La ragazza però è restia per via del fatto che lui è sposato con Nadia Rinaldi. Per cui De Sica tira fuori l’artiglieria pesante. Con fare fintamente calmo e riflessivo, guardando assorto verso l’orizzonte, dice: “Sposato, dici. Ebbene sì, cara Iside, sono sposato. Ma tu non sai la frustrazione e la solitudine a cui questa unione mi ha condannato! Ho bisogno di compagnia, mia cara: ho bisogno di un’anima pura come la tua che mi capisca, che mi comprenda…”. Una pausa. La mano di De Sica si alza a raggiungere il viso della donna. Cambio d’espressione: si passa dal modello “deligato” al “cafonissimo”. “Ah Iside, e famme ‘na pompa!”. Ok, non siamo dalle parti di Blake Edwards, ma devo ammettere che De Sica qui, pur ripetendo sempre lo stesso schema, è bravo e il sorriso me l’ha strappato. Nel caso, la trovate qui.

La gag che fa vergognare
Tutto il resto. La gag principale del film è sottolineare come anche nel 71 A.C. le cose fossero uguali ai giorni nostri. Per cui, che ne so, c’è la biga taxi con la clessidra al posto del tassametro. C’è il messaggero che si chiama Faxus, la partita di calcio tra Mediolanum e Roma con gli Ultras e i cori da stadio, il ristorante il Matricianus, lo stilista Versacius, ecc… Un meccanismo comico rubato ad alcune soluzioni del fumetto di Asterix, ma che su grande schermo funziona molto meno e che soprattutto ha pochissima fantasia.

Tieni, ti passo un foglius.

Tieni, ti passo un foglius.

Natale al cesso
I Vanzina, si sa, rispetto a Oldonini e Parenti sembrano aver frequentato Yale, ma verso il finale c’è una sorta di anticipazione di quello che prima o poi i cinepanettoni diventeranno. De Sica e Boldi stanno scappando in biga dal cattivone. Per aumentare velocità, De Sica prende un peperoncino, fa la faccia di quello tutto matto, alza la coda del cavallo e… ci infila il peperoncino nel culo ar cavallo! Hai capito, Francé? Ner culo!!!!

Ma quant’è bella Meganghella
Allora, la bella del paese è Anna Falchi che, generosa, mostra un seno under the doccia. Anni Falchi, ve lo ricordo, nel 1996 – due anni dopo – era così. Ovviamente, siccome siamo simpaticissimi, la Falchi interpreta una prostituta asoldata dal cattivissimo De Sica per far cadere in fallo l’integerreimo Boldi. Siccome la Falchi ha le tette grosse s’è pensato di chiamarla Poppea (“e c’ha le puppe appera!”) e di farla parlare con accento bolognese, perché si sa che le bolognesi oggi come ieri due cose sanno fare: i tortellini e i pompini! L’hai capita, Francescone? Ahahahahah, i pompini! Comunque Anna Falchi compare dopo 40 minuti di film manco fosse Rita Hayworth e si vedrà in tutto per 7/8 minuti di film. Veramente poca roba. C’è però un’altra bellissima, la già citata egizia Iside, qui interpretata dalla modella e attrice statunitense Cash Casia. La ragazza, di rara beltà ma non finissima, ha lavorato per stilisti non certo noti per la loro mano leggera. Parliamo di Roberto Cavalli e Rocco Barocco. L’anno successivo la vedremo in Selvaggi e nel 2003 ha partcipato a – attenzione – Bad Boys II di Michael Bay. Tanta roba.

Guest Star
Il vero tasto dolente del film è la presenza del povero Leslie Nielsen. Lui. Leslie Nielsen. Qui, costretto a duettare con De Sica, mette serio imbarazzo: si vede che non capisce mai un cazzo di quello che succede e deve aver recitato a braccio, per poi essere doppiato con frasi scritte ad hoc. Povero Leslie. Spero si sia preso una bella vacanzina per visitare l’Italia e che non abbia sofferto troppo.

Ammazza oh, che figura demmerda!

Ammazza oh, che figura demmerda!

E questa sera, al Cheritmo, la musica più fica!
Nulla di fatto. Sempre a causa dell’ambientazione, non si può fare leva su pezzardi da discuteca. C’è anci una colonna sonora originale firmata Federico De Robertis, già autore di colonne sonore per Salvatores, che dopo aver provato l’ebbrezza di un film come SPQR si riciclerà come compositore ufficiale deli film demmerda. Nel suo C.V., perle come Io No Spik Inglish, Selvaggi, Banzai, 2061: Un Anno Eccezionale, ecc… Continua però anche a lòavorare con Salvatores per Nirvana, Denti e 1960. Nella svolta finale però, quando si passa dal 71 A.C al 1994, si può far suonare fortissimo…

Il “cinema italiano di qualità” cosa prende da questo film
L’idea di parlare della ocietà attuale raccontando altro. Ah, no scusate. nel Cinema Italiano di Qualità non lo fa nessuno…

Equivoci per chili di pellicola=Feyedau scomodato a caso
L’unico equivoco che viene presentato nella pellicola è un nuovo filone narrativo che verrà poi sfruttato a lungo nel cinepanettone. Siccome sia Boldi che De sica cominciano ad invecchiare, si introducono i loro figli. I due, un ragazzo e una ragazza, si amano, anche se i loro genitori non si possono vedere. Quando poi la cosa viene fuori, scatta l’equivocone. Che ridere gli equivoci! Importantissima parentesi personale. la figlia di Massimo Boldi è interpretata da Isabella Rocchietta che io ebbi a conoscere non ricordo più se alle elementari o addirittura all’asilo. La ragazza abitava infatti vicino a casa dei miei genitori, ed essendo più o meno mia coetanea, probabilmente ci siamo conosciuti ai giardinetti. Me la ricordo perché ogni volta che passavamo sotto casa sua, mia madre mi diceva: “Qui abita la Rocchietta, quella bambina bellissima della pubblicità del (inserisci prodotto x a caso: acqua, pigiamini, ecc..)”. Mi ricordo che all’epoca, la sua apparizione in questo film fece piuttosto scalpore nella mia sala da pranzo e per almeno una o due cene non si parlò d’altro. Con mia madre tutta contenta che a distanza di solo tre vie dea casa nostra abitava una ragazzina bionda e molto educata che alla mia età aveva già preso parte a un film. Da allora però, non ho mai più rivisto Isabella, la quale oggi – grazie all’intraweb – ho scoperto essere  una stimata chirurga. Brava Isabella! Ti saluto! Ciao!

Ué, testina, it’s the sublim
Niente di sublime, anzi. Il film è piuttosto noioso, girato molto male e scritto forse peggio. Ridere è piuttosto difficile e anche le cose brutte sono brutte ma senza esagerare. Forse il momento sublime del film è proprio il forzatissimo svelamento finale: i nostri due beniamini sono crocefissi sulla Via Appia. Dopo un pippone del calibro di “ci siamo sacrificati per un mondo migliore”, la camera si gira e mostra la Via Appia del 1994, intasato dal traffico di gente diretta al mare. Qui, dove il De Sica del 71 A.C. taglò la strada alla biga di Massimo Boldi, il De Sica del 1994 taglierà la strada alla BMW di Boldi. In questo Paese, è proprio vero, niente cambia…

Lo specchio del reale
Questo è il punto forte del film. Siamo nel 1994, a due anni da tangentopoli verso la conclusione di Mani Pulite. L’Italia è un paese sottosopra, messo a confronto con una dura realtà: i politici fanno schifo e sono corrotti. La politica e il malaffare sono la stessa cosa. Uno scandalo di proporzioni inaudite che, essendo noi il paesello della pizza e della simpatia, viene masticato controvoglia e poi risputato fuori sotto forma di entarteinment. Dopo la stagione dei suicidi, con un clima fuori dalla porta raggelante, con Berlusconi appena “sceso in campo”, i Vanzina decidono di realizzare S.P.Q.R., un film – sulla carta – di denuncia. Una pellicola comica in grado di riflettere il nostro paese dicendo in soldoni che è sempre stato tutto ‘nammerda. Per questo, non solo ci vengono rifilate battutone come quelle citate prima del Faxus e di Versacius, ma si parla di “Casini Puliti”, i senatori incassano tangenti e i giudici emettono avvisi di garanzia. Nel finale del film i due protagonisti, dopo essere stati sconfitti da una società totalmente corrotta che non ha nessuna intenzione di cambiare, vengono mandati a spaccare delle pietre in non mi ricordo più che cava. Qui incontreranno lo schiavo Spartacus, che deciderà di marciare su Roma al grido di “Roma Ladrona”. Ovviamente la satira dei Vanzina non graffia, non è a fuoco, non è chiara e ha un braccino assurdo dato dalla volontà di non scontentare chi caccia i soldi.

IMDb | Trailer

2 Comments

  1. Fedz
    Posted 14 dicembre 2011 at 17:30 | Permalink | Rispondi

    Il refuso “popi” alla terza riga è fantastico, questi cinepanettoni vi hanno segnato dentro e noi ve ne siamo grati. Grazie per tutta la serie! :D

  2. fedemc
    Posted 14 dicembre 2011 at 17:35 | Permalink | Rispondi

    ciao ciccio, ti saluta il popi!

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