L’anno che verrà – Summer Edition 2012

Credevate che fossimo morti, eh? Ma no, mica siamo il cinema d’estate. Per evitare che abbiate voglia di mettere piede in sala anche nei prossimi mesi, vi presentiamo pregiudizialmente, come d’abitudine, il probabile peggio che ha da venire e che noi cercheremo di evitare. Pronti?

Remainders /1

Chissà che si dicono.

Due sorelle, Caterina (Margherita Buy) e Barbara (Susanna Nicchiarelli), alle prese con la scomparsa del padre, rapito dalle Brigate Rosse: un evento che (come sempre) rimetterà in gioco il loro passato, il loro presente e anche il loro futuro. L’esordio della Nicchiarelli, Cosmonauta, ci era piaciuto: possibile che la scrittrice e regista (attesa al varco del secondo film) non avesse un’idea per un soggetto? E possibile che, tra tutti i libri che poteva prendere, dovesse proprio puntare su La scoperta dell’alba di Walter Veltroni? Il fatto che l’abbia trovato a due euro su una bancarella non la giustifica. Il film esce in autunno.

Era meglio ammazzarli da piccoli

Preparazione alla scena di bukkake poi eliminata dal montaggio finale

Sempre in tema di opere seconde, esce il 23 novembre Ruby Sparks, diretto dalla coppia Dayton/Faris. I nomi non vi dicono niente? Sono quelli di Little Miss Sunshine, alle prese con un’altrastoriacarina. In questo caso si parla di un giovane scrittore prodigio che però (oh, disgrazia) dopo il successo adolescenziale è anni che non scrive più una mazza. Sta quindi delle ore davanti alla macchina da scrivere (oh, vintage) senza risolvere nulla. Ma si inventa Ruby Sparks, un personaggio di cui si innamora, e ricomincia a scrivere. Il personaggio però si materializza diventando una ragazza in carne e ossa. E, finalmente, il protagonista tromba (presumiamo). Occhiali con la montatura nera, vestitini, spirito indie, sentimentini, orchite assicurata.

Remainders /2

Va bene immortalare la pozzanghera, ma con Instagram no, cazzo!

Perché andare alle bancarella del Lungotevere quando hai delle copie omaggio in casa? La casa è quella sul cui campanello c’è scritto Castellitto/Mazzantini e il film è diretto dal primo e tratto dal libro della seconda: esattamente come Non ti muovere, anche in Venuto al mondo c’è Penelope Cruz. La spagnola interpreta Gemma, una bosniaca che torna a Sarajevo portandosi dietro il figlio. Vengono ospitati dal poeta Gojko (le case degli artigiani, si sa, non hanno stanze per gli ospiti) e lì, pàmmete, torna il passato, prepotente come l’impepata di cozze della sera prima, tra ricordi delle Olimpiadi invernali dell’84 e dell’assedio degli anni ’90. Capite che quando uno dei personaggi fa “il fotografo di pozzanghere” (vedi il link sopra) e non c’è l’ombra del Flying Circus, si mette male. Nei cinema dal 9 novembre.

La corsa al premio equo e solidale

“Dài che stavolta lo vinco!”

La fama del nostro Gran Galà ormai influisce le produzioni cinematografiche: che senso avrebbe, altrimenti, un film che parla di una casalinga che molla tutto e va a Las Vegas per un concorso di danza del ventre accompagnata dal suo insegnante nordafricano? Il film si chiama Just Like a Woman, esce in autunno e vede come protagonista Sienna Miller. IMDB ci segnala che il film è drammatico: prevediamo quindi che ci siano enormi perdite ai casinò della colorata città del Nevada o atroci contrazioni dei muscoli ventrali (non è dato sapere se della Miller o degli spettatori).

Remainders /3

“La scucchia selvaggia”

Per carità, non siamo qui a dire che Sulla strada di Kerouac sia paragonabile alle opere di Veltroni o della Mazzantini, ma siamo preoccupatissimi della sua trasposizione cinematografica, diretta da Walter Salles, la cui uscita è prevista per ottobre. Il numero di Ciak di agosto (che, come ogni anno, è fonte e ispirazione per questi post) non dice molto di On the Road, ma lascia intendere che si tratti di una palla: come giudicare altrimenti la frase “Viggo Mortensen […] compare per poco meno di dieci minuti, ma dà una scossa di energia e bellezza a tutto il film”? E per le altre due ore e sette minuti, che si fa? Ci rileggiamo il libro?

Lacrimevolmente

Evitiamo di essere banali almeno nella scelta della foto. Un pastis, s’il vous plait.

Jean-Marc Vallée, che ci aveva dato C.R.A.Z.Y., pare avere abbandonato del tutto l’ironia di quel film per parlare di due storie, probabilmente estratte a caso da un cilindro. Perché, infatti, Café de Flore parla di un dj che si separa dalla moglie ai giorni nostri e di una donna che, nella Parigi anni ’60, ha un figlio down? Nel caso foste curiosi, la risposta (scontata è dir poco) ve la dà la pagina di Wikipedia del film, che è stato presentato a Venezia l’anno scorso, ma esce nei cinema patri solo il prossimo mese. Musica (tra gli altri) dei Sigur Ros. Uff.

“Why are we here? What’s life all a-bout?”

“Mi dispiace, ma dovrò vendervi per degli esperimenti medici”

Se avete beccato da quale film e canzone è presa la citazione del titolo e della didascalia, siete forti: tuttavia sappiamo che, per quanto forti, ci odierete per quello che stiamo per scrivere. Ma, prima di fare nomi, la storia: Augusta (Jasmine Trinca) parte per l’Amazzonia per lasciarsi la sua vita alle spalle; lavora con una suora in una missione; non contenta si addentra nella foresta alla ricerca del senso della vita. Considerando che non stiamo parlando di un cannibal-movie, vi vengono i dubbi, giusto? Eppure questa è la trama del prossimo film di Giorgio Diritti, Un giorno devi andare, previsto per il 19 ottobre. Noi abbiamo un po’ di paura, nonostante le prove precedenti del nostro concittadino ci abbiano convinto: quando si parla del senso della vita, ci basta ciò che ci ha raccontato il film che i più forti di voi hanno individuato.

Esorcista kosher

Una scena scartata di Pina 3D trovata da Borendal in un mercatino dell’usato e inserita nel film

Ole Bornedal si sarà chiesto: ma possibile che, quando si parla di possessione, bisogna rifarsi al brand e, conseguentemente, al merchandising cattolico? Possibile che, oltre al Golem, la tradizione ebraica non abbia nulla di orrorifico da offrire? Ma ecco che al regista viene in aiuto la leggenda del dybbuk, un morto che non può riposare e che, al solito, tormenta i vivi. Il macguffin è una scatoletta di legno che dovrebbe racchiudere questo dybbuk e che la piccola Em compra a un mercatino. Siccome tutto lo sforzo creativo è stato esaurito nella trama, la produzione si è accontentata di un titolo vagamente didascalico: The Possession esce a settembre. E ci viene da dire “Torna da dove sei venuto, essere malvagio”.

“Treno dell’amore, portami con te”

Mmm, mi sa che c’è crisi.

Non c’è una data, ma solo un mese di uscita per il ritorno di Fernando Meirelles nelle sale italiane: il film è previsto per novembre e si intitola 360, come i gradi dell’angolo giro. Ma magari si parlasse di trigonometria: il modello, qui, è lo Schnitzler di Girotondo e le trasposizioni cinematografiche a seguire. Gente che si ama, si lascia, si tradisce, si riprende, si riama, eccetera. Per due ore. Aridatece La Ronde.

E infine, volentieri ripubblichiamo: Le prove evidenti del fatto che siamo ancora nel pieno della crisi economica

Bob, guarda che si capisce che sei tu, dai, vieni fuori.

Due psicologi, Sigourney Weaver e Cillian Murphy, iniziano a contrastare la genuinità dei poteri di un medium, Robert De Niro.
Ehm, da capo.
Due psicologi, Sigourney Weaver e Cillian Murphy, iniziano a contrastare la genuinità dei poteri di un medium, Robert De Niro.
È inutile che facciate quella faccia, perché questa è la trama di Red Lights, il nuovo imprescindibile thriller di Rodrigo Cortés, quello del pacco Buried.
Noi di SecondaVisione, dal canto nostro, stiamo pensando di aprire un conto PayPal per il povero Bob, perché di continuare a vederlo in questi film non abbiamo più il cuore.
(Chissà se il film esce davvero il 9 novembre?)

(Qui le edizioni 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009 estate, 2010 inverno, 2010 estate, 2011 inverno, 2011 estate e 2012 inverno)

3 Comments

  1. icittadiniprimaditutto
    Posted 6 agosto 2012 at 11:05 | Permalink | Rispondi

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. Posted 6 agosto 2012 at 18:56 | Permalink | Rispondi

    Sto cercando, forse inutilmente, di ricordarmi se Café de Flore l’ho visto l’anno scorso a venezia oppure no. Perché qualcosa mi dice ma non riesco a capire se l’avevo visto e ne ho rimosso il ricordo o se avevo letto qualcosa mentre ero lì per poi decidere di non andare a vederlo. Comunque credo che resterò nel dubbio e non andrò a guardarlo per non correre il rischio di rivederlo :)

  3. Posted 7 agosto 2012 at 10:36 | Permalink | Rispondi

    Lunga vita!

One Trackback

  1. […] Abbiamo un nuovo standard: Francesco alle prese con accenti improbabili, che il nostro non sa imitare. Considerando che Un giorno devi andare è ambientato tra Brasile e Trentino, il nostro ha scelto di parlare malissimo con vago accento del nord: il film, comunque, non ci è piaciuto; lo temevamo già mesi fa. […]

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