I Soliti Idioti, Enrico Lando, 2011

Vi ricordate del bell’articolo di Roberto Faenza su Avatar? Quello in cui si diceva fondamentalmente “questi film con gli effetti speciali senza anima che uccidono il buon cinema”. Ve lo ricordate. Una delle cose più fastidiose di tutto l’articolo di Faenza – e sì, erano molte – era il paragone tra il film di Cameron e Il Nastro Bianco di Haneke. Da una parte il cinema vuoto, senz’anima, fatto solo per fare i soldi e uccidere gli aborigeni, dall’altra il Cinema. Il Cinema alto sinonimo di Cultura e Salvezza. Quando ce la si prende con un prodotto che non si capisce, scatta sempre il tranellone del “Ma vuoi mettere con [inserisci qui sfoggio di High Culture a casaccio]”. Capite, vero, l’inutilità di una cosa del genere? Capite, vero, quanto può essere sbagliato scegliere come testimonial delle proprie idee un prodotto culturale che nulla c’azzecca con quanto appena detto? Lo capite. Ebbene, è successo di nuovo. Giovedì scorso, sulle pagine di Repubblica, è uscito un lungo articolo di Concita de Gregorio che se la prendeva con il film I Soliti Idioti. Tra le varie cose, Concita si chiede:

“Perché un ragazzo coi soldi del biglietto in tasca dovrebbe entrare a vedere un tipo truccato da vecchio marpione con la faccia di plastica che cambia il motivo di “Besame mucho” in “besaje er bucio” invitando il figlio a mignotte se nella sala accanto c’è Sean Penn di incalcolabile bravura nel film di Paolo Sorrentino, che poi parla di musica e di droga e di donne anche quello, volendo, ma insomma diciamo in altro modo?”.

Eccallà. I Soliti Idioti, film per imbecilli che non hanno a cuore la Cultura, versus l’ingegno del nostro Sorrentino, ma soprattutto di uno degli sponsor ufficiali del Bello e dell’Alto che salva le menti: Sean Penn (per l’occasione truccato come maga maghella e doppiato da stocazzo in persona. Sì, sì, proprio lui: stocazzo!). Concita la mette proprio in termini di salvaguardia delle Paese e delle giovani menti.

“Forse è già troppo tardi, è questo lo sconcerto. Forse con i ventenni non ce la faremo più, è troppo tardi. Ripartiamo, chi ha le energie per farlo, dai seienni. Proviamo coi cartoni animati”.
Come crescere sani e colti.

Come crescere sani e colti.

Ma sì, dai. Obblighiamo i nostri figli alla visione coatta di cartoni animati educativi modello Siamo Fatti Così. Sai come ci crescono bene? Si prospetta un futuro bellissimo, fatto solo di giovani menti creative e geniali che, tenute all’oscuro delle parolacce e di battute politicamente scorrette, cambieranno le sorti dell’Italia oggi come oggi distrutta causa dei ragazzi che dicono tutto il giorno “Daigatzo!” invece di scambiarsi le figurine tratte dai film di Haneke e Sorrentino. Anche perché è ovvio che la generazione di Concita – la quale è nata nel 1963 e a 20 anni era circondata da gente che, mocassinata e con la felpa della Best Company, rideva piegandosi in due e tenendosi la pancia per le battute ficcanti di un giovane Ezio Greggio – ha fatto grandi cose per l’Italia. Per quello che chiama alle armi quelli che ancora hanno le energie per farlo. Oggi noi staremmo una favola se non ci fossero I Soliti Idioti che ci rovinano i figli. Un po’ come la madre coraggio di L’Eterna Lotta tra il Bene e il Male di Elio e le Storie Tese. “Mi hai rovinato un figlio!” Ma poi, è lecito nel 2011, lamentarsi per la volgarità dei film italiani? Siamo riusciti a rivalutare in corso l’umorismo dei cinepanettoni, trovando liberatorie pellicole di 90 minuti girate peggio di un servizio sugli animali teneri di Studio Aperto che mostrano dei vecchi che su puliscono il culo con le mummie e poi ci sconvolgiamo per un Besaje er bucio? Perché? Ma Concita non ne può più e si lamenta anche della scorrettezza politica del film I Soliti Idioti.
“Alla fine resta un senso di sgomento e di sconfitta, una specie di incredulità: ci si può arrendere al fatto che la canzoncina “omosessuale, lo capisce anche mia nonna che è lo stesso che esser donna senza il ciclo mestruale” stia per diventare il ritornello dei prossimi mesi?”
Un daicatzo vi seppellirà.

Un daicatzo vi seppellirà.

Non si scherza sui ricchioni. Fare battute sugli ominsessuali è appannaggio di Checco Zalone, che ci siamo accorti che non per niente banale e fa anche un po’ riflettere. Tolto lui di gays ne può parlare solo Ozpetek che, un po’ come Sorrentino, è sinonimo di Cultura. Perché sono molto più credibili omosessuali che fanno gli scrittoti e hanno le case al centro con parquet in terra e le librerie che strabordano di volumi di roba colta come Majakovskij, piuttosto che gay che passano le giornate al cellulare e che pensano solo a vestirsi in maniera ridicola. Insomma, I Soliti Idioti sono “uno specchio che rimanda il vuoto”. Questa è la profonda analisi della De Gregorio che poi, fortunatamente le ha prese un po’ da chiunque, dalla Mancuso fino ad Aldo Grasso.
I Soliti Idioti fa molto ridere. Girato in modo più che professionale da Enrico Lando, già autore e regista delle Serie TV, ripresenta su grande schermo quello che decretato il successo del format televisivo. Principlamente dunque c’è la storia di papà Ruggero e del figlio Gianluca. In secondo piano c’è la coppia gay, la coppia ricca e razzista e lo sfortunato Pony Express e la sua nemesi dell’ufficio postale. Proprio le sequenze dedicata alla coppia Fabio e Fabio, due gay di cui uno pensa di essere rimasto incinta, mostrano uno sforzo produttivo e registico maggiore visto che sono arricchite da momenti di puro musical. Ruggero e Gianluca, inutile dirlo, procedono con il pilota automatico le altre due storyline (chimiamole così) sono un po’ più stanche. Il segreto di Mandelli e Biggio è quello di aver portato in Italia un tipo di umorismo inesistente. Il modello (non) dichiarato è Little Britain, fortunatissima serie inglese scritta e interpretata da Matt Lucas e David Walliams. La coppia britannica, come la nostra, si traveste e scherza in maniera spesso selvaggia, forte, sgradevole, su tutta l’umanità che ci circonda: la ragazzina zarra sempre in tuta dell’adidas, la coppia di palestrati critpogay, la cicciona che insulta i ciccioni, il travestito pazzo, quello sulla sedia a rotelle che vessa il suo aiutante. I Soliti Idioti fanno lo stesso. Certo, come ha fatto notare qualcuno, un po’ copiano, ma ci mettono del loro ed è innegabile che alcuni loro personaggi sono incredibilmente azzeccati. Hanno dalla loro fantasia, immaginazione, sfrontatezza e la fortuna di essere i soli in Italia a fare questo tipo di comicità. Delle risate intelligenti modello Cose dell’altro Mondo, loro se ne sbattono. E fanno bene. Che piaccia o meno alla Concita, I Soliti Idioti è – forse anche inconsapevolmente – molto più simile a quello che ci circonda rispetto a tanto, troppo cinema inutile che ci viene spacciato come colto e che invece è solo inutile.
I Soliti Idioti sembra essere costato pochissimo, guadagnerà un botto di soldi, infila in colonna sonora una canzone di Adam Green e una dei Blur (tutte e due azzeccate), piace ai ragazzini adolescenti di oggi ( stupidi come i ragazzini adolescenti dell’epoca della De Gregorio), fa ridere anche chi è un po’ più cresciuto. Vero cinema popolare che sfrutta quanto di buono fatto in televisione, molto più simpatico del solito.

21 Comments

  1. arnaldo
    Posted 8 novembre 2011 at 09:47 | Permalink | Rispondi

    scusate ma devo dissentire fortemente. sono un lurker da anni e mi sono sempre trovato d’accordo con i vostri post, ma oggi proprio non ci siamo. mettere little britain nello stesso post de i soliti idioti. no. no. no. scusate, torno nell’oscurità di chi legge e basta.

  2. la pimpa
    Posted 8 novembre 2011 at 10:06 | Permalink | Rispondi

    Argomentazioni perfette in salotto e perfettamente in linea con il “noi sì che abbiamo capito”, ma prova a prendere in considerazione la possibilità che chi trova l’umorismo dei “soliti idioti” un po’ di grana grossa, nonché necessariamente meno dissacrante dell’evidente modello Little Britain, se non altro perché inserito in un contesto culturale del tutto diverso e già naturalmente “dissacrato” come quello italiano, non sia necessariamente un idiota.
    “E dagli sulla Concita”, “Viva il politicamente scorretto” sono premesse modaiole e di sicura popolarità, ma il giudizio su un film non dovrebbe avere tutte queste lunghe premesse né essere così viziato da una sterile gara a chi è più avanti. Perdonami, ma al di là della legittimità dei gusti, e del fatto che la comicità di MAndelli e Biggio possa far ridere o meno (non “I soliti idioti fa molto ridere” come lapidario sancisce l’articolo), questa sembra una recensione-affermazione, ovvero “Io sono figo e ho capito, e ora vi illumino la strada”. Grazie, ma no grazie.

    PS
    LA battuta-filastrocca sui gay? Ma davvero ti senti figo a difenderla? Ma per favore

  3. fedemc
    Posted 8 novembre 2011 at 11:34 | Permalink | Rispondi

    @ arnaldo: abbiamo scritto queste cose giusto per farti venire allo scoperto! no, a parte le gags: il modello Little Britain mi sembra evidente. poi si può trovare lo’originale mille volte meglio (mentre scrivevo il post mi sono rivisto dei pezzi di Vicky Pollard e siamo veramente su altri livelli…), ma quello è…

    # la pimpa: dispiace che il post sia stato letto così. probabilmente hai ragione: il “sono fiugo e ho capito tutto!” è un atteggiamento che si usa per difendersi dalla supponenza di chi vede in un film probabilmente senza capire la causa di tutti i mali. Poi, mi sembra che ormai sia una questione di schieramenti: la rase I soliti idioti fa molto ridere, facendo parte di una recensione personale dio un film, ci sta, eh? non è che ogni volta che esprimiamo un concetto dobbiamo mettere le mani avanti tipo “Inception mi sembra la più grossa figata di sempre, ma lo dico nel rispetto di chi magari magari non apprezzerà”. Sui gay: ma non vedo perché no. Non è particolarmente riuscita come battutone (quella lì riportata) ma dove sta la roba grave?

  4. jdr
    Posted 8 novembre 2011 at 12:07 | Permalink | Rispondi

    Vero cinema popolare. come quello di Neri Parenti, del quale è parente stretto, solo che si sente “meglio”.
    Fa ridere come fa ridere Maurizio Mattioli che fa Boris Yeltsin.
    E quello spocchiosetto di Mandelli peraltro è in tutti i film di Neri Parenti.

  5. Posted 8 novembre 2011 at 12:41 | Permalink | Rispondi

    han pure “rubato” la canzoncina di it’s always sunny in philadelphia

  6. la pimpa
    Posted 8 novembre 2011 at 13:04 | Permalink | Rispondi

    Mi dispiace che il mio commento suonasse come un attacco all’autore: lungi da me schierarmi. Però le parole trasudavano supponenza, e i contenuti mi lasciavano un po’ così. Diciamo che la difesa a spada tratta di un prodottino, lo ribadisco, a grana grassoccia, mi ricorda proprio quei salotti in cui si rivaluta Neri Parenti, o appunto Checco Zalone. E da cui si sta bene alla larga. Se il battutone sui gay ti pare simpatico, da lodare (originale!) perché politicamente scorretto, ben per te. Saluti

  7. fedemc
    Posted 8 novembre 2011 at 13:10 | Permalink | Rispondi

    sono d’accordo con il signor Jdr sull’atteggiamento spocchioso del mandelli
    (grazie ad amici altolocated che lavorano all’ansa, ho usufruito di un + 1 a una proiezione stampa/vip dove il mandelli ha fatto la superstar modello liza minelli)
    di cui ce ne possiamo pure sbattere.

    altro paio di maniche l’atteggiamento “siamo mejo di” o “abbiamo qualcosa da dire” del film, cosa che secondo me gli è stato un po’ appiccicato addosso, ma su cui loro sicuramente ora marciano.

    quello che apprezzo in prima battuta dei loro sketch era/è il voler far ridere e bona, non voler essere specchio di.

    sul paragone con il cinema popolare di Neri parenti, mi sembra che in una certa misura ci stia anche l’operazione già fatta dal Capatonda Maccio con Natale al Cesso. Cioè, i soliti idioti imita la forma dei film che dileggia.

  8. fedemc
    Posted 8 novembre 2011 at 13:13 | Permalink | Rispondi

    @ la pimpa: ripeto, sicuramente trasudavo supponenza, ma era anche in risposta (non richiesta) a un articolo che è un monumento alla supponenza. poi sicuramente errore mio e si poteva scrivere altro, ma quando ci si sente fare la lezione “voi imbecilli che non capite che il cinema è sean penn”, a me girano un po’ le scatole.

    sulla battuta sui gay, non la trovo particolarmente riuscita, ma non capisco perché ci si dovrebbe sentire offesi.

  9. fedemc
    Posted 8 novembre 2011 at 13:17 | Permalink | Rispondi

    ma non si può fare i like sui commenti?
    bravissimo biffdiggerence che hai beccato la roba di It’s Always Sunny in Philadelphia. che simpatici tra l’altro loro…

  10. jdr
    Posted 8 novembre 2011 at 13:36 | Permalink | Rispondi

    http://tv.wired.it/guru/2011/11/07/soliti-idioti-film-intervista-wired-tv-intervista-obliqua-video-mtv.html
    Neo Bagaglino per giovani indi glassato di spocchia usando parole tipo “registro” e umiltà tipo “fa ridere perchè ha un’idea dietro” con musichette elettroniche trendy (aspettiamo con ansia, come per la canzone col video su Mtv, la battuta climax “bucio de culo”).

  11. jdr
    Posted 8 novembre 2011 at 13:39 | Permalink | Rispondi

    p.s. fede non avevo ancora letto la tua risposta, ma mi sembra che nell’intervista su wired sia proprio il babbazzo della minchia a sostenere la tesi
    “abbiamo qualcosa da dire”

  12. fedemc
    Posted 8 novembre 2011 at 13:45 | Permalink | Rispondi

    sì, sì, non dico che loro non ci marcino.
    sai, dopo che chiunque ti dice una roba magari finisci per crederci.

    non escludo neanche che invece
    siano proprio loro in partenza a dire, bullandosi: “abbiamo fatto i Mostri der 2011”

    a me sinceramente cambia poco.

    anche a me non sta simpatico il mandelli,
    ma mi sembra che il film sia riuscito
    che faccia ridere
    e che effettivamente abbia alcune macchiette che non si differenziano molto da quello che vediamo in giro…

  13. luca
    Posted 8 novembre 2011 at 13:46 | Permalink | Rispondi

    cazzo daigatzo raffaella fammi vedere la figa figa figa pelosa figlio di puttana..a me non fanno ridere e basta. dei messaggi omofobi me ne fotto. ecco hai citato maccio capatonda.lui mi fa ridere..cioè le cose che ho visto sul tubo sono demenziali fatte bene e senza cazzo ogni 3 parole..caz

  14. JAY JAY
    Posted 8 novembre 2011 at 14:04 | Permalink | Rispondi

    ragazzi sapete i nomi delle canzoni dei blur e di adam green nel film?

  15. fedemc
    Posted 8 novembre 2011 at 15:10 | Permalink | Rispondi

    quella dei Blur è No Distance left to Run

    quella di adam green non ricordo…

  16. paolo
    Posted 8 novembre 2011 at 15:49 | Permalink | Rispondi

    Non mi ricordo chi, credo Davide Turrini, aveva detto che, quando uno dei collaboratori di SV viene criticato duramente per quello che ha scritto, gli altri intervengono in difesa con la formazione a testuggine. Bene, è il momento di riformare la testuggine. E chiedo scusa per il pippone.

    Il senso del discorso di Fede non mi sembra “A Concita non piace I soliti idioti = Concita non capisce nulla”. Il senso è: Concita De Gregorio parte dal film per fare una serie di operazioni interpretative scorrette.
    Per capirci, uno può dire benissimo che il film è bello o brutto, piace o non piace. Quello è gusto e ognuno ha il suo ed è davvero difficilmente contestabile. (Peraltro faccio presente che Fede è l’unico qui ad aver visto il film).
    Quello che è inaccettabile da parte di De Gregorio, riprendo il discorso di Fede, è:
    a) sminuire il prodotto attraverso una serie di confronti che non c’entrano nulla. Io non capisco perché uno spenda 8 euro per vedere Sorrentino quando potrebbe vedere Sokurov, e allora? Questo cosa mi dice su Sorrentino e sul suo pubblico?
    b) Ragionare ancora su un’idea di cultura come educazione al Bello che corrisponde a sua volta al Buono. In questa maniera si arriva, senza nemmeno troppi passaggi, a dire che se ti piace Sorrentino non voti Berlusconi.
    c) Usare il “noi” dando per scontato di parlare in rappresentanza di una generazione/classe/gruppo sociale o professionale che può (deve) avere un ruolo di guida nei processi educativi.

    Aggiungo di mio:
    d) riprendere l’ammuffitissimo discorso dello “specchio”. I film non sono specchi della società, o quantomeno non sono solo quello: partecipano ai fenomeni sociali e contribuiscono ad articolarli.
    e) Svalutare l’idea di appartenenza e aggregazione di una comunità rispetto a un prodotto culturale. I ragazzini che vanno a vedere “I soliti idioti” perché “Lo fanno tutti” (De Gregorio) fanno una cosa normalissima, della quale è necessario prendere atto prima ancora che condannarla.

    Poi, ovvio, anche queste sono petizioni di principio. Che però, a differenza di quelle enunciate da De Gregorio, possono portare da qualche parte (capire da dove viene questa roba, chi la guarda, come la usa…), non semplicemente a ribadire le proprie convinzioni iniziali.

  17. fedemc
    Posted 8 novembre 2011 at 16:05 | Permalink | Rispondi

    oltre a ringraziare Paolo
    che è venuto a darmi man forte
    (come in piazza,
    quando le cose si mettevano male),
    faccio notare come concita insistesse
    sul punto b del discorso,
    messo però in termini di
    “ti piacciono i Soliti Idioti,
    sciupporti Berlusconi”,
    sfruttando il fatto che
    il film esce Medusa.

    “…questi idioti contemporanei che ingolferanno dal fine settimana i multisala portando spropositati guadagni ai produttori e distributori, ai Valsecchi e alla solita Medusa, Berlusconi all around, ma in fondo il cinema si sa che funziona così, almeno si crede: con un film di grandissimo successo commerciale si finanziano poi i lavori di qualche esordiente di talento, i denari si distribuiscono e vanno alla fine a vantaggio di tutti, degli autori e del pubblico, degli artisti e dei tecnici che ci lavorano. O no? Forse no, ma andiamo avanti”.

  18. Posted 8 novembre 2011 at 16:30 | Permalink | Rispondi

    Io sono stato uno spettatore della serie che ho apprezzato. Molto bravi e divertenti. Non ho visto ancora il film ma gia ho letto una recensione dove diceva che faceva cagare + che altro perche un conto e’ fare una striscia in tv di pochi minuti ed un altra un film magari di 2 ore. Io sinceramente penso che il CINEMA sia il nastro bianco o il film di Sorrentino e non questi film.Che vengono fatti anche senza grandi pretese d’autore o grandi messaggi ma solo per far ridere.Si sbaglia a metterli sullo stesso piano di film d’autore.

  19. Posted 8 novembre 2011 at 17:14 | Permalink | Rispondi

    Devo essere l’unica italiana a non avere mai visto gli sketch. Ma siccome già non ho sopportato un intero film su Cetto la Qualunque, che pure adoro come personaggio, dubito sopporterei un’ora e mezza di Nongio, per quanto truccato da vecchio sboccato.

  20. Lara
    Posted 8 novembre 2011 at 23:41 | Permalink | Rispondi

    Stamattina, dopo aver letto questa recensione, ho pensato che avrei scritto un lungo post di risposta, ben ragionato e ben argomentato, per farvi sapere perché non sono d’accordo con voi, ma vedo che in molti hanno già espresso concetti simili a quelli che vorrei condividere io, quindi eviterò di dilungarmi.
    Vorrei solo far notare che l’atteggiamento bacchettone e supponente della De Gregorio non deve essere preso come scusa per difendere un prodotto scarso e imbarazzante come questo film, che proprio perché lungo più di mezz’ora IMMAGINO persino più insopportabile della serie.
    Certo, a chi ha scritto la recensione può anche essere piaciuto per le due orette di spensierata ilarità che gli ha regalato, ma ciò non toglie che difenderlo a spada tratta “solo” per evidenziare la “stupidità” dell’articolo di Concita De Gregorio pare un po’ esagerato.
    E scusatemi, ma vedere ‘sta schifezza messa quasi sullo stesso piano di Little Britain e Elio e le Storie Tese fa un po’ venire il sangue alla testa.
    In più, come già detto, il cosiddetto Nongiovane si crede davvero ‘sto cazzo, quindi a morte a prescindere.

  21. luca
    Posted 9 novembre 2011 at 13:59 | Permalink | Rispondi

    quoto Lara.ben detto!

One Trackback

  1. […] vedere le reazioni dei due “idioti” a tutto il rumore che la loro pellicola sta generando (esempio n 1 ed esempio n 2). Durante la conferenza stampa si è parlato molto del “pericolo” dell’eccesso […]

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